Fare arte attraverso lo studio - la creatività umana nel mondo dell'arte artificiale

Vittorio Beomonte Zobel
"Midjourney ha trasformato il panorama dell'arte digitale, permettendo a artisti e creativi di generare immagini sorprendenti e innovative con un semplice clic".

Questa frase è stata maldestramente generata dal 4° modello di OpenAI GPT (Generative Pre-trained Transformer). Sfatiamo il mito per eccellenza di questa novità assoluta del mondo artistico: il semplice clic non basta. È necessaria una fase di studio e immersione che permetta non solo di capire gli strumenti stessi (software platforms, plug-in esterni o anche modelli "narrow"), ma capire che strada sta prendendo l'arte.

Sam Altman, fondatore dell’azienda sopracitata e padre di uno dei più importanti strumenti della storia dell'umanità (l'ultimo risale al lancio del telescopio "James Webb"), fa notare che stiamo entrando in una fase di "democratizzazione dell'arte". (https://www.theatlantic.com/technology/archive/2022/12/generative-ai-technology-human-creativity-imagination/672460/), ma sottolineando che il mondo dell'arte non è solo un concetto usa-e-getta per i post su LinkedIn, ma 9 aree colossali che riguardano l'ingegno, l'intuizione e la creatività, soffermiamoci su due in particolare: cinema e pittura, tradotto all'epoca dei social media, video e foto.


Una foto è “opera” quando l’autore non si limita, tramite lo strumento meccanico, a riprodurre la realtà, ma riesce a carpire dal dato reale ciò che corrisponde al suo personale modo di vederlo, sentirlo e interpretarlo


Gli strumenti IA (come Midjourney, Stable Diffusion, DALL E 2, Adobe Firefly e tanti altri in arrivo) che abbiamo a portata di mano oggi sono estremamente più potenti rispetto ai fasti del 2007, quando Photoshop CS3 era entrato di violenza nelle vite di designer, illustratori e curiosi.

Eppure, se si vuole generare un semplice paesaggio, occorre studiare un minimo di Prompt Writing- concetto di elaborazione del Natural language processing (Nlp, in italiano Elaborazione del linguaggio naturale), una branca dell’IA che consente a una macchina di decifrare il linguaggio umano.


Dunque se l'artista vuole riprodurre una realtà sotto il proprio punto di vista, l'elaborazione di un buon prompt è una di quelle competenze che bisogna conoscere: l'artista che non considera l'idea di studiare lo strumento inserirà come input "montagna", l'artista che invece conosce - quindi doma, padroneggia - lo strumento, inserirà "una scena di montagna innevata sotto il chiaro di luna, pittura cinematografica opaca in stile glitch art, ordinamento dei pixel moderno e minimale, luce soffusa, realismo fotografico, luci al neon, colori freddi leggermente desaturati".

Quindi sì, stiamo assistendo a una democratizzazione della generazione d'immagini, ma ciò non significa lasciare le decisioni creative alla macchina, si rischia di perdere il proprio spirito di osservazione. Non è più la nostra immaginazione che genera il soggetto, ma una macchina - senza inconscio, dunque NON artista - che genera immagini anonime.
Studiare il giusto approccio, le tecniche suggerite da altri esperti sul web e le metodologie d'utilizzo responsabile è la soluzione all'incertezza di "scatole nere", gli algoritmi il cui funzionamento è sconosciuto alla maggior parte di utilizzatori - me compreso!

Dalla generazione/trasformazione delle immagini, il mondo vira verso la post produzione di video, tramite software come RunwayML (utilizzabile gratuitamente per esercitarsi) e Wonder Studio AI (in via di sviluppo, ma dalle aspettative difficili da ignorare).

Mentre in Italia il garante della privacy tira il freno a mano, il resto dei paesi in Europa si sta concentrando sugli insegnamenti di nuove skill per l'editing video automatizzato, per le tecniche "IMG2VIDEO", "TXT2VIDEO" e la neonata "VIDEO2VIDEO" (ovvero metodi generativi la cui differenza è l'input di partenza, che può essere un testo, un'immagine o un video).

Durante il mio anno a Berlino, ho scoperto che il valore creativo italiano, da intendersi come risultato di molteplici esperienze di studio dell'arte e/o artistiche avute nel corso di - molti - anni, è uno dei fondamenti dell'arte visuale in Europa. Se non c'è visione, non c'è emozione. Se non esiste l'emozione, anche l'immagine più esteticamente promettente non avrà una storia da raccontare.


In conclusione, osservando un'epoca storica in cui le novità del progresso tecnologico arrivano più veloci della nostra capacità di conoscerle, occorre studiare questi software, accessibili direttamente dal browser - il futuro è anche questo - per non rimanere indietro.

La Digital Talent Academy offre un corso di foto e video editing che pone al centro l'occhio artistico dell'utente, le sue preferenze estetiche e le capacità di trasporle sui modelli. L'obiettivo non è cercare l'arte nelle immagini generate, bensì applicare la propria visione artistica attraverso lo studio e il padroneggiamento dei modelli stessi.
Creato con